Psicologo a Montebelluna:

Come prevenire l’obesità infantile e aiutare un bambino in sovrappeso

L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) definisce l’obesità come il maggiore problema sanitario cronico a livello globale della popolazione adulta. L’obesità ha raggiunto una prevalenza, a partire dalla metà del’900, tale da divenire una delle principali cause di disabilità e di mortalità.

Questi dati riguardano purtroppo non solo gli adulti ma anche i bambini e gli adolescenti delle popolazioni occidentali e dei paesi in via di sviluppo. Tendono ad aumentare di peso bambini e adolescenti dei Paesi ricchi ma anche dei Paesi poveri: i primi perché l’arrivo delle grandi catene alimentari di fast food hanno attirato a sé gli appartenenti alle classi sociali più agiate in quanto simbolo di appartenenza alla modernità e al progresso; i poveri in quanto i cibi grassi e ipercalorici sono meno costosi e quindi più facilmente accessibili.

L’obesità ed il sovrappeso rappresentano, inoltre, importanti fattori di rischio per lo sviluppo di patologie fisiche croniche come il diabete tipo 2, cardiovascolari e scheletriche,

Un bambino obeso ha un rischio più elevato di diventare un adulto obeso e questo aumenta la probabilità di rischio per la sua salute in età adulta. L’obesità infantile è associata inoltre a: ipertensione arteriosa, iper insulinemia, intolleranza al glucosio, anomalie respiratorie e tumore.

Il problema dell’obesità ci riguarda molto da vicino, non va considerato “tipico della società americana”, qualcosa che non ci riguarda, i dati italiani e della regione Veneto infatti rispecchiano l’andamento internazionale (Decreto regione del veneto n.26 del 9 marzo 2017).

Come uscire dall’obesità infantile

Il trattamento appropriato per l’eccesso ponderale deve mirare alla perdita di peso, al mantenimento del calo ottenuto e alla prevenzione delle ricadute oltre che alla gestione delle complicanze e delle problematiche in comorbidità. Per ottenere tali obiettivi sono necessari interventi multidisciplinari che coinvolgano medico, dietista e psicologo adeguatamente formati in questo ambito. Il trattamento d’elezione di tipo psicologico per la perdita di peso e il suo mantenimento è l’intervento di tipo cognitivo comportamentale.

Perché lo psicologo per l’obesità?

La figura dello psicologo è importante nel trattamento della patologia perché molto spesso all’obesità sono associate diverse problematiche psichiche. Problematiche associate o insorte in seguito all’aumento ponderale. Molto spesso i bambini in eccesso di peso soffrono di bassa autostima, di isolamento sociale, altre volte a causa della loro condizione subiscono prese in giro o veri e propri atti di bullismo.

Anche l’ambiente familiare e il rapporto con i genitori rivestono, spesso, un ruolo fondamentale nello sviluppo e nel mantenimento del problema. Per questo motivo l’intervento prevede il coinvolgimento esclusivo o integrato dei genitori che vengono considerati una risorsa per il cambiamento e il mantenimento dei risultati ottenuti.

Quando agire?

Agisci subito appena noti che tuo figlio è in eccesso ponderale oppure se noti che ha dei comportamenti alterati verso gli alimenti! Non aspettare, molto spesso il tempo favorisce la radicalizzazione di alcune abitudini che contribuiscono al mantenimento del problema come per esempio:

  • mangiare davanti alla TV;
  • mangiare mentre si fanno i compiti;
  • mangiare quando si è tristi, annoiati o arrabbiati.

Più il temo passa più sarà difficile uscirne! Agire tempestivamente può risolvere in modo più rapido e indolore il problema, che purtroppo non si risolve con il “diventare grandi”.

10 pratici consigli per iniziare ad affrontare il problema dell’obesità infantile:

  1. rivolgiti ad un medico specializzato e valuta se tuo figlio ha effettivamente un problema legato all’eccesso di peso;
  2. cerca di motivare tuo figlio ad un’attività fisica regolare di tipo aerobico;
  3. cerca di rispettare i 5 pasti giornalieri (colazione, merenda, pranzo, merenda,cena) e cercate di fare assieme (tutta la famiglia) almeno i pasti principali;
  4. cercate di creare a tavola un clima sereno rimandando ad un momento successivo le discussioni, dialogate fra di voi, e soprattutto spegnete la TV!
  5. evitate di consumare snack, caramelle, cioccolatini o altro fuori dai 5 pasti indicati;
  6. evitate di “coccolare” la tristezza, la noia o la rabbia di vostro figlio offrendogli cibo;
  7. assumete ad ogni pasto frutta e/o verdura;
  8. cercate di dare il buon esempio! Vostro figlio impara soprattutto da ciò che vede e voi genitori siete il suo primo modello;
  9. cercate di praticare con tutta la famiglia attività di movimento, poco sedentarie e all’aria aperta;
  10. concedetevi certi cibi sfiziosi, ma ipercalorici qualche volta ma non sempre e utilizzando il buon senso (per esempio una volta a settimana).

dott.ssa Isabella Macagnan