Vuoi rendere il 2018 un anno migliore? Misura il tuo successo in modo diverso

Se dai un’occhiata al tuo 2017 dallo specchietto retrovisore qual è il bilancio conclusivo? Forse ti eri promesso di perdere qualche chilo e magari risparmiare qualche euro in più? Non sei riuscito a raggiungere gli obiettivi sul lavoro e la tua situazione sentimentale non è delle migliori?

Se ad una ipotetica pagella del tuo 2017 hai ottenuto molte insufficienze forse il problema sta proprio su come ti sei assegnato i voti.

Ti propongo un modo diverso per valutare i tuoi successi per il 2018.

SALUTE FISICA

Può essere deprimente rendersi conto che con il passare degli anni il nostro fisico fa dei passi indietro: diventiamo più lenti, più fragili e appesantiti. Anche se si cerca di andare in palestra e di mangiare bene il nostro corpo tende inesorabilmente ad invecchiare.

Un utile riferimento per verificare il proprio stato di allenamento fisico lo possiamo ricavare dai tabulati della World Masters Athletics Association. In altre parole è possibile ottenere un’immagine della propria forma fisica corretta dalla distorsione dell’invecchiamento. Il problema con la maggior parte degli strumenti per valutare la propria forma fisica è che sono degli indici assoluti che non tengono conto del’età.

Quindi valuta il tuo stato di salute fisica rispetto alle persone della tua età.

SUCCESSO PROFESSIONALE

Non molto tempo fa fu chiesto, al microbiologo Leonard Hayflick, cosa fosse cambiato da quando aveva iniziato la sua carriera cinquantacinque anni fa. Egli disse, “uno scienziato rispettato raramente pensava di trarre profitto dal proprio lavoro. Da allora, l’atteggiamento è cambiato di 180 gradi. Oggi se uno scienziato non ha interessi economici  nell’attività di ricerca è considerato un fallito”.

Il suo punto di vista non è che scienziati e accademici non debbano offrire il loro lavoro sul il mercato. È che le stesse etichette “fallimento” e “successo” sono ridicolmente condizionate dall’idea della cultura di ciò che dovrebbe essere premiato. Se i nostri sforzi non ci fanno guadagnare denaro o non ci rendono famosi, riceviamo il messaggio che il nostro lavoro è un fallimento, anche se fosse il miglior lavoro che abbiamo mai fatto.

Un miglior metodo per valutare il nostro successo e la cosiddetta “giuria dei colleghi” (jury of your peers). Come valutano i tuoi colleghi il tuo lavoro? In qualsiasi campo lavorativo questo è l’unico feedback che conta davvero: l’approvazione delle persone che si impegnano in ciò che stai cercando di fare e cioè le persone che sanno veramente quanto vali.

Kevin Kelly, Il fondatore della rivista Wired, ha coniato una nuova moneta chiamata “i veri fan”. Sono quel piccolo gruppo di persone di cui ti sei guadagnato la fiducia. Si prendono la briga di dirti quanto amano ciò che hai scritto, progettato o realizzato. Sentirsi apprezzati vale molto. Secondo la matematica di Kelly questi 100 o più veri fan – chi ti rimarranno fedeli anche quando le masse saranno passate alla moda del momento – sono sufficienti per farti vivere una vita soddisfacente.

Quindi, anche se nel 2017 non hai fatto il colpo grosso – non sei entrato nelle liste dei bestseller o non sei diventato virale su YouTube – sei stato un successo fintanto che hai 100 veri fan dietro l’angolo. Perché continuare a cercare di ottenere l’approvazione di persone a cui non importi?

IL TRAPPOLA DELLO STATUS

Per i nostri antenati, che vivevano nella savana, lo status sociale era una questione di vita o di morte. Avere un status elevato significava ricevere protezione e cibo. Status e prestigio rimango tutt’oggi molto importanti nell’effettuare delle scelte. Possono essere considerati tra i principali fattori motivazionali.  Ma inseguirli strenuamente può diventare pericoloso. Paul Graham, autore guru della Silicon Valley, dice: “il prestigio è come una potente calamita che deforma persino le tue convinzioni su ciò che gradisci, ti fa lavorare non su quello che ti piace, ma su ciò che vorresti che ti piacesse.”

Quindi se non sei riuscito a raggiungere il tuo obiettivo per il 2017 forse non è poi così tanto male.

Il che ci porta a …

SUCCESSO? FALLIMENTO? QUAL E’ LA DIFFERENZA?

Nel mondo dello sport è evidente la differenza tra vittoria e le sconfitta. Negli altri settori non è così ovvia.

A volte ciò che sembra un successo è in realtà solo una vittoria nel breve periodo che però potrebbe impedirti di progredire a lungo termine. Viceversa ciò che sembra una sconfitta –  un’attività andata male, essere abbandonato all’altare – potrebbe rivelarsi una benedizione sotto mentite spoglie. Perché ciò che hai imparato da quel fallimento può essere inestimabile per il successo della tua prossima impresa – certe lezioni non si possono imparare in nessun altro modo.

Successo? Fallimento? Non è possibile saperlo. Quindi non eccedere nelle preoccupazioni.

QUAL E’ IL VERO COMPITO DEL TUO LAVORO

Non molto tempo fa, in un discorso di fine anno, Adam Robinson ha citato il grande torero spagnolo Juan Belmonte. La vita, diceva il matador, “non è altro che la serie continua di lotte per sviluppare il proprio personaggio attraverso tutto ciò che si è scelto come carriera”. Ci immedesimiamo così tanto nel lavoro che facciamo che spesso confondiamo un fallimento lavorativo con un fallimento personale. Se non riusciamo a eccellere in un certo lavoro forse è perché il lavoro sbagliato per noi.

ULTIMAMENTE SI PERDONO DI VISTA LE RELAZIONI

L’autore ed esperto di business Ramit Sethi ha recentemente modificato le proprie abitudini di fine anno. Per molo tempo ha stilato le solite considerazioni del 31 dicembre: “l’anno si è svolto come speravo? sono arrivato dove volevo? ho aumentato il valore del mio capitale?”. Si accorse però che questo modo di ragionare non lo portava da nessuna parte.

Quindi Sethi ha cambiato il modo di misurare la qualità dell’anno che è appena trascorso. Non sono i soldi e nemmeno il prestigio o il potere che caratterizzano la sua valutazione. Sono le persone che sono entrate nella sua vita. “Chi ho conosciuto e qual è la qualità di questa relazione?”

Sethi tiene una lista aggiornata di tutte quelle persone che ha incontrato durante l’anno. Il 31 dicembre guarda la lista e si chiede se ha stabilito il livello di relazione che si aspettava.  Alcune amicizie decide di approfondire, altre da lasciar andare. La tua cerchia di amici e conoscenti non è un portafoglio azionario su cui ti puoi semplicemente adagiare. Secondo Sethi, devi gestirlo.

Alla vigilia di Capodanno vale la pena prendere in prestito alcuni consigli dalla tradizione ebraica dello Yom Kippur. Chiediti se hai fatto del bene alle persone a cui tieni. Se no, come posso fare ammenda?

Spero quindi che questi consigli diano un po’ di conforto a chi ritiene di non avere trascorso un 2017 di successo. Dimentica i parametri di successo delle altre persone. Scegline uno o due che sono importanti per te e metti lì la tua energia.

Fonte Psychology Today

dott. Giovanni Zanusso